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Doomsday. Il giorno del giudizio

9286_bigMEDIASET ITALIA2 ore 21:30

 

Titolo originale: Doomsday

Paese/Anno: Regno Unito 2008

Genere: Fantascienza, Thriller, Azione

Regia: Neil Marshall

Sceneggiatura: Neil Marshall

Fotografia: Sam McCurdy

Attori: Malcolm McDowell, Rhona Mitra, Bob Hoskins

Commento: vi rimando alla recensione del 19 giugno 2015

Doomsday è l’autore che utilizza il genere per raccontare se stesso e il mondo che lo circonda, è l’intrattenimento di alto livello che può far divertire chiunque, l’amante dell’action come quello dell’horror, chi ama l’aspetto sociale e chi preferisce quello ludico. Impossibile da dimenticare come ogni pellicola del regista.

Recensione completa Doomsday

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Halloween – The Beginning

MTV ore 21:10

Il film mette in scena 5 secondi del più bel culo della storia del cinema. Copyright by Sheri Moon, moglie del regista Rob Zombie.

Comincia la recensione.

Come tutti voi ben sapete, Halloween nasce dalla simbiosi narrativa di Debra Hill e John Carpenter, che è anche il regista, ed è il precursore di un immaginario a sé stante, oltre a essere un capolavoro sin dall’inizio con la prima fantastica scena in soggettiva accompagnata dalla famosissima melodia in pianoforte che scimmiotta (in senso buono) il tema dei Goblin in Profondo Rosso. Il resto è storia: il successone nel mondo e gli infiniti figli generati, dai film direttamene collegati a quelli che si ispirano velatamente o meno. Questo ennesimo discendente è una sorta di remake-prequel, ma parlarne esclusivamente in questi termini è parecchio ingiusto, perché pur dimostrando una certosina devozione nei confronti dell’originale, è per tutta la prima parte molto personale, evitando coraggiosamente di ripetere una logica slasher ormai stantia. Distacco che si consoliderà prepotentemente, e fortunatamente, nel sequel Halloween II.

Chiaramente Michael Myers non diventa Harry Potter, assassino è e così deve essere e l’oretta che compone la seconda parte rimane lo slasher movie che ogni fan sognava fin dall’incipit. La differenza però la fanno i primi 40 minuti, dove ha modo di approfondire la genesi e dare il suo tocco di autore, quello visto nei suoi precedenti lavori. Myers è il male puro come in Carpenter, ma qui assume quasi la forma di un reietto, lasciando intendere con poche scene e qualche battuta che, come i Firefly ne La casa del diavolo, dato il suo vissuto non poteva che essere questo e nient’altro. In questa direzione si innesta il cambiamento nella caratterizzazione del dottor Loomis, che da buono diventa per larghi tratti il vero cattivo della storia, colui che sfrutta il caso tragico per acquisire fama e denaro (scelta che porterà avanti nel seguito). Inquietante e fuori controllo è Michael come lo è ciò che lo circonda: ipocrisia e indifferenza formano il terreno adatto per un serial killer che ha il tempo di coltivare le sue manie omicide e quando ne ha l’occasione uccide chiunque si trovi davanti praticamente indisturbato. E quasi ci speri, visto lo spaccato della società che il film offre, specie per quanto riguarda le nuove generazioni.

È un horror quindi che ci dà profondità alle quali non siamo abituati ormai, mantenendo inalterato il modus operandi del genere. Se questo non vi basta, ci sarebbero comunque quei 5 secondi di arte pura.

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Doomsday – Il giorno del giudizio

9286_bigITALIA 2 (canale 35) ore 21:10

Il pretesto per la fine annunciata sulla locandina è semplicissimo. In un futuro prossimo in Scozia scoppia un’epidemia e la Gran Bretagna decide, per arginare la diffusione del contagio, di costruire un muro al confine, isolando l’intera nazione. L’equilibrio si rompe nel momento in cui scoppiano dei casi a Londra, costringendo il governo a ordinare una spedizione nella zona contaminata per trovare un possibile sopravvissuto e usarlo per sintetizzare la cura.

Dopo due horror (uno buono, Dog Soldiers, l’altro ottimo e consigliatissimo, The Descent), Neil Marshall decide di cimentarsi nel post-atomico, attingendo dai maestri del genere e creando un mix di citazioni armonico che non scade nel semplice collage statico. Il buon Marshall prende una protagonista femminile alla Alien, la fa interagire con un’ambientazione e dei personaggi alla Mad Max attraverso uno sviluppo narrativo alla Carpenter. Ma questi sono solo alcuni dei riferimenti cinematografici, quelli più palesi, ed è interessante cercare di scovarli, durante la visione, in ogni minimo particolare, persino nei caratteri dei titoli (su Internet c’è chi si è divertito a farlo).

Non si butta a capofitto sull’azione e il fracasso, ma si prende i suoi tempi con una prima parte che scava brevemente nel passato dell’eroina e introduce lo spettatore in un mondo provato e disumano sia al di qua che al di là del muro, e una seconda parte che cresce costantemente di intensità e ritmo fino a un finale bellissimo che promette distruzione e morte intesi come possibilità di rinascita. Nel mezzo la dicotomia tra i cannibali assetati di sangue, uomini abbandonati alla ricerca del loro posto nel mondo e trasformati in bestie dallo spirito di sopravvivenza, e il gruppo di umani ancora legati a una civiltà che non può più esistere, illusi di poter vivere secondo le stesse regole ed ignari del crollo di una società ormai obsoleta (ricordando Romero, a proposito di citazioni).

Doomsday è l’autore che utilizza il genere per raccontare se stesso e il mondo che lo circonda, è l’intrattenimento di alto livello che può far divertire chiunque, l’amante dell’action come quello dell’horror, chi ama l’aspetto sociale e chi preferisce quello ludico. Impossibile da dimenticare come ogni pellicola del regista.

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